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L'acqua contro i primi sintomi dei calcoli renali

"La cosa fondamentale è riconoscere i primi sintomi dei calcoli renali e intervenire subito. Se le urine diventano improvvisamente scure bisogna subito bere acqua, molta acqua."

In genere, se non si beve adeguatamente, subito dopo il cambio di colore delle urine, si avverte un senso di pesantezza all'addome e poi arriva la prima colica: un dolore improvviso e acuto ad un fianco che si propaga verso il basso.


È segno che il primo sassolino si è formato, ma è ancora agli inizi del suo viaggio e l'organismo cerca di espellerlo attraverso gli spasmi muscolari.


Anche in questa fase bisogna bere molta acqua per agevolare l'espulsione ed evitare che il cristallo aumenti di dimensione.


“All'origine dei calcoli ai reni (nefrolitiasi) c'è generalmente una concentrazione eccessiva di sali nelle urine e un insufficiente produzione di pipì, che può essere dovuta a scarsa assunzione di liquidi.”


Cause e fattori di rischio

 

Nella stragrande maggioranza dei casi, i calcoli ai reni si formano perché i sali minerali presenti normalmente nel nostro organismo non vengono diluiti a sufficienza dai liquidi che assumiamo e raggiungono una concentrazione troppo elevata.


Si possono così formare cristalli lungo le vie urinarie.


I calcoli renali non sono altro che piccoli sassolini che si incuneano nei reni, nell’uretra oppure nell’uretere, provocando spasmi muscolari che si propagano a ondate.


Bere acqua minimamente mineralizzata è particolarmente utile a favorire la diuresi, per la scarsità di sali minerali e per eliminare le scorie e le impurità e prevenire la formazione di calcoli.

 

Acque con un elevato residuo fisso possono peggiorare la supersaturazione in sali delle urine e aiutare la formazione di calcoli renali.

 

L'assunzione di fluidi deve essere tale da produrre un consistente volume di urine.


lI paziente deve bere molta acqua dal basso tenore salino, almeno due litri al giorno da assumere non come unico carico di acqua ma distribuita nell'ambito dell'intera giornata: i calcoli si formano molto più difficilmente in urine diluite.


“Le coliche renali colpiscono circa 1,2 milioni di persone ogni anno. Il rischio che poi si ripresentino è vicino al 50% in un lasso di tempo che va dai 5 ai 7 anni.”


La colica renale


Una colica renale è probabilmente uno degli eventi più dolorosi che possa capitare.


Colpisce senza preavviso, causando un dolore che spesso viene descritto come peggiore di quello del parto, di una frattura, di una ferita di arma da fuoco, di un’ustione o di un dolore chirurgico.


Le coliche renali colpiscono circa 1,2 milioni di persone ogni anno.


I calcoli, che ne sono la causa, sono un problema che può insorgere a qualsiasi livello del tratto urinario.


Si formano principalmente nel rene, con una frequenza che arriva al 12% per gli uomini, circa il doppio che per le donne, e un picco di incidenza intorno ai 35 anni.


Il rischio che poi si ripresentino è vicino al 50% in un lasso di tempo che va dai 5 ai 7 anni.


La colica renale è la conseguenza generalmente della mobilizzazione di un calcolo renale e solitamente si manifesta con un violento dolore alla regione lombare destra o sinistra, che si irradia al rispettivo fianco e ai genitali; spesso accompagnato da nausea e vomito.

La renella


E’ una forma piuttosto lieve di calcolosi delle vie urinarie.


La renella viene anche detta “sabbia renale”; piccolissimi calcoli le cui dimensioni sono simili a quelle dei granelli di sabbia.


Un insieme di aggregati cristallini la cui formazione avviene internamente nei reni; dai reni questi microcalcoli possono spostarsi provocando talvolta vere e proprie coliche.


Questi granelli sono un po’ diversi dai calcoli renali veri e propri; si differenziano principalmente per grandezza, durezza e aggregazione, che risultano decisamente inferiori nella renella.


Generalmente la renella è costituita dagli acidi urico e ossalico; questa composizione conferisce alla renella un colore che tende al rosso-giallastro.


I calcoli renali


I calcoli renali sono distinguibili in calcoli calcarei (contenenti calcio e che sono radio opachi) e non calcarei.


I calcoli generalmente più comuni al 60-80% sono formati da ossalato di calcio o fosfato di calcio e sono causati da ipercalciuria (un’anormale presenza di calcio nelle urine), da iperossaluria (un'aumentata escrezione urinaria di ossalato di calcio), e da iperparatiroidismo  (una disfunzione dovuta ad un'inappropriata secrezione di paratormone (PTH), un ormone che regola i livelli di calcemia e fosfatemia, conseguente a un'iperattività delle ghiandole paratiroidi) o sintesi troppo elevata di vitamina D3.

 

Con una frequenza invece del 10-15% poi si ritrovano calcoli di struvite, un fosfato di magnesio e ammonio, causati da infezioni urinarie croniche e ricorrenti.


Meno frequenti, 5-10%, sono i calcoli formati da cristalli di acido urico.


Quali sono i sintomi della colica renale?


I calcoli renali possono essere silenziosi e non dare alcun sintomo fin quando si trovano all'interno dei reni.


Quando si muovono attraverso l'uretere, il tubo che collega il rene alla vescica, possono provocare sintomi che includono:


Dolore acuto, che si irradia verso il basso fino all'inguine.

Dolore acuto al fianco e alla schiena, nella parte immediatamente sotto le costole.

Tracce di sangue nelle urine;

Nausea e vomito;

Sudorazione;

Pallore;

Tachicardia

Bisogno di urinare con frequenza;

Febbre e brividi, in presenza di un'infezione.


La cura delle acque


In presenza di renella viene spesso consigliata la cosiddetta cura delle acque;


tale cura dura almeno due settimane;


consiste nell’assumere al mattino, a digiuno, mezzo litro d’acqua con un bassissimo residuo fisso.


Gradatamente questa quantità deve essere aumentata fino a che non si arriverà all’assunzione di 3 litri di acqua nel giro di quattro ore.


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